Residenziale
Privato
Montale (MO)
2002
Il complesso denominato Villa Ferrari, risalente alla fine del XVIII secolo, è costituito oggi da due fabbricati, di cui il principale, oggetto di intervento, è rappresentato dal Casino padronale, bene culturale in regime di tutela, a pianta quadrangolare su tre livelli fuori terra ed un livello interrato. Lo stile sobrio e lineare, tipico dell’architettura borghese dell’epoca, è arricchito da un elemento di particolare originalità rappresentato dall’antico ipogeo, un vano interrato, fuori sagoma, a pianta rettangolare allungata, caratterizzato da una volta a botte ribassata con quattro unghie corrispondenti ad altrettante bocche di lupo, coronate all’esterno da panchine in muratura.
Un piccolo giardino, in parte murato, circonda l’edificio e ne completa l’assetto, preservandone l’identità di villa suburbana.
L’Amministrazione Comunale ha fortemente sostenuto l’idea di un recupero e valorizzazione degli aspetti architettonici e storici dell’immobile, in piena assonanza con la nuova destinazione d’uso a biblioteca comunale, dotata di ampi spazi destinati allo studio e alle attività culturali (incontri, mostre ed iniziative rivolte anche ai più piccoli).
Il progetto, pertanto, ha inteso salvaguardare l’impianto planimetrico originario della Villa e gli elementi architettonici residui di maggior rilievo, attraverso un intervento conservativo, e tuttavia attento alle esigenze di un servizio moderno, con ambiti funzionali diversificati per offrire all’utenza una ricca gamma di proposte:
Le tecnologie di intervento sono state improntate all’impiego di materiali compatibili con la conservazione del bene e con la necessità di una generale rifunzionalizzazione a livello planimetrico e di efficientamento energetico, rispettosa delle partiture storiche.
Le opere strutturali hanno comportato un particolare impegno con l’obiettivo prioritario, ora conseguito, di un miglioramento sismico non inferiore al 60% e raggiunta idoneità statica. Oltre al consolidamento delle fondazioni esistenti e di tutte le murature portanti interne ed esterne con betoncino a base calce e reti in fibra di vetro, gli interventi di maggior rilievo hanno riguardato il rinforzo di tutti i solai e volte, la messa in sicurezza della copertura e l’ampliamento dei depositi al piano interrato.
Il progetto degli impianti è stato improntato all’impiego di sistemi che, in relazione alla destinazione d’uso dell’edificio, garantissero il massimo comfort, il contenimento dei consumi energetici e le necessarie condizioni di sicurezza, sempre nell’ottica del rispetto del vincolo storico-architettonico, cui l’edificio è soggetto. Il riscaldamento con pompa di calore esterna, la diffusione delle canalizzazioni di trattamento aria in tutti gli ambienti, la domotica applicata all’impianto di illuminazione e di apertura/chiusura dei serramenti in rapporto alla climatizzazione interna, sono alcuni degli accorgimenti qualificanti messi in atto.
Le sale studio ed il connettivo sono stati oggetto di una specifica progettazione degli arredi, disegnati e realizzati in buona parte su misura per ottimizzare gli spazi disponibili, optando per linee semplici e funzionali, rafforzate dal colore degli accessori, dei dettagli e delle sedute.
Il giardino, infine, completamente riprogettato ed integrato con il contesto urbano, è dedicato ai Giusti tra le nazioni: donne e uomini che, in ogni tempo e in ogni luogo, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi, difendendo la dignità della persona. Al centro, trova posto la nuova scala circolare metallica fasciata da racemi stilizzati, non semplice collegamento necessario ai fini della sicurezza, bensì elemento simbolico di connessione tra i valori culturali racchiusi nello stabile e quelli espressi nel rinnovato Giardino dei Giusti.
Il complesso denominato Villa Ferrari, risalente alla fine del XVIII secolo, è costituito oggi da due fabbricati, di cui il principale, oggetto di intervento, è rappresentato dal Casino padronale, bene culturale in regime di tutela, a pianta quadrangolare su tre livelli fuori terra ed un livello interrato. Lo stile sobrio e lineare, tipico dell’architettura borghese dell’epoca, è arricchito da un elemento di particolare originalità rappresentato dall’antico ipogeo, un vano interrato, fuori sagoma, a pianta rettangolare allungata, caratterizzato da una volta a botte ribassata con quattro unghie corrispondenti ad altrettante bocche di lupo, coronate all’esterno da panchine in muratura.
Un piccolo giardino, in parte murato, circonda l’edificio e ne completa l’assetto, preservandone l’identità di villa suburbana.
L’Amministrazione Comunale ha fortemente sostenuto l’idea di un recupero e valorizzazione degli aspetti architettonici e storici dell’immobile, in piena assonanza con la nuova destinazione d’uso a biblioteca comunale, dotata di ampi spazi destinati allo studio e alle attività culturali (incontri, mostre ed iniziative rivolte anche ai più piccoli).
Il progetto, pertanto, ha inteso salvaguardare l’impianto planimetrico originario della Villa e gli elementi architettonici residui di maggior rilievo, attraverso un intervento conservativo, e tuttavia attento alle esigenze di un servizio moderno, con ambiti funzionali diversificati per offrire all’utenza una ricca gamma di proposte:
Le tecnologie di intervento sono state improntate all’impiego di materiali compatibili con la conservazione del bene e con la necessità di una generale rifunzionalizzazione a livello planimetrico e di efficientamento energetico, rispettosa delle partiture storiche.
Le opere strutturali hanno comportato un particolare impegno con l’obiettivo prioritario, ora conseguito, di un miglioramento sismico non inferiore al 60% e raggiunta idoneità statica. Oltre al consolidamento delle fondazioni esistenti e di tutte le murature portanti interne ed esterne con betoncino a base calce e reti in fibra di vetro, gli interventi di maggior rilievo hanno riguardato il rinforzo di tutti i solai e volte, la messa in sicurezza della copertura e l’ampliamento dei depositi al piano interrato.
Il progetto degli impianti è stato improntato all’impiego di sistemi che, in relazione alla destinazione d’uso dell’edificio, garantissero il massimo comfort, il contenimento dei consumi energetici e le necessarie condizioni di sicurezza, sempre nell’ottica del rispetto del vincolo storico-architettonico, cui l’edificio è soggetto. Il riscaldamento con pompa di calore esterna, la diffusione delle canalizzazioni di trattamento aria in tutti gli ambienti, la domotica applicata all’impianto di illuminazione e di apertura/chiusura dei serramenti in rapporto alla climatizzazione interna, sono alcuni degli accorgimenti qualificanti messi in atto.
Le sale studio ed il connettivo sono stati oggetto di una specifica progettazione degli arredi, disegnati e realizzati in buona parte su misura per ottimizzare gli spazi disponibili, optando per linee semplici e funzionali, rafforzate dal colore degli accessori, dei dettagli e delle sedute.
Il giardino, infine, completamente riprogettato ed integrato con il contesto urbano, è dedicato ai Giusti tra le nazioni: donne e uomini che, in ogni tempo e in ogni luogo, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi, difendendo la dignità della persona. Al centro, trova posto la nuova scala circolare metallica fasciata da racemi stilizzati, non semplice collegamento necessario ai fini della sicurezza, bensì elemento simbolico di connessione tra i valori culturali racchiusi nello stabile e quelli espressi nel rinnovato Giardino dei Giusti.