INTERVENTI POST-SISMA 2012

Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola

Categoria

Restauro e Interventi sull'esistente

Committente

Diocesi di Carpi

Luogo

Carpi (MO)

Tempi

2019

I ripetuti eventi sismici che hanno interessato il territorio della Bassa Modenese nella primavera del 2012 sono stati la causa di un quadro fessurativo complesso riscontrato sull’edificio, caratterizzato da lesioni diffuse, e talvolta passanti, sulla cupola centrale, sul catino absidale, sulle volte a crociera e sulle pareti delle due cantorie del secondo livello, sui vari maschi murari, in chiave delle strutture ad arco e in corrispondenza di quasi tutte le aperture finestrate. Sono stati rilevati, inoltre, il distacco delle volte a botte del transetto (lati Est ed Ovest) e della volta a botte soprastante l’ingresso dalle rispettive murature perimetrali; infine, una tendenza al ribaltamento verso l’esterno delle pareti del tiburio sovrastante la cupola centrale.

Il progetto di miglioramento sismico e restauro ha riguardato diversi ambiti di intervento, tra cui: 

        • la cupola, risalente alla fine del XVII secolo e caratterizzata da una struttura semisferica di ampio raggio (circa 11,50 m), che è stata consolidata mediante l’inserimento, all’estradosso, di una rete in fibra di vetro su malta strutturale a base di calce idraulica naturale NHL5;
        • il tiburio, “contenente” la cupola, che presentava diverse e rilevanti criticità strutturali sulle quali si è intervenuti attraverso la predisposizione di un sistema composto da una cerchiatura metallica esterna, mediante tiranti ancorati alle pareti con piastre metalliche, combinata internamente ad un sistema di 8 catene, disposte a schema incrociato, per contrastare l’effetto spingente dell’orditura lignea di copertura sulle murature d’ambito;
        • il catino absidale, costituito da una muratura in mattoni ad 1 testa posati ad anelli concentrici, che è stato rinforzato con un intervento analogo a quello eseguito sulla cupola;

le volte dell’ingresso e del transetto, distaccate dalle murature perimetrali adiacenti a seguito del sisma, che sono state consolidate all’estradosso con rete in fibra di vetro fissata completamente a secco, in modo totalmente reversibile, e posata su letto di malta strutturale a base di calce idraulica naturale NHL5.

L’intervento ha riguardato inoltre:

        • le murature esterne, sulle quali è stata adottata in modo diffuso la tecnica dello scuci-cuci, eseguita  con mattoni di recupero analoghi a quelli esistenti, legati a malta di calce idraulica NHL5, additivata con terre naturali nelle stuccature superficiali dei giunti per ottenere un colore simile all’originario; inoltre, per favorire una migliore omogeneizzazione tra le numerose porzioni di muratura sottoposte a scuci-cuci e le superfici prive di lesioni, si è proceduto con l’esecuzione di una velatura finale con preparato a base di latte di calce, terre coloranti naturali (cocciopesto) e silicato di etile;
        • la facciata, originariamente caratterizzata da intonachino a basso spessore ritrovato nei sottosquadri e nel sotto timpano, che è stata sottoposta anch’essa ad intervento di scuci-cuci ed è stato eseguito un trattamento di finitura con sagramatura tipo cocciopesto velo MGN;
        • le aperture finestrate, che sono state consolidate con barre elicoidali in acciaio, poste all’interno dei giunti di malta, in grado di assorbire le sollecitazioni taglianti;

la struttura lignea di copertura, in particolare le 3 capriate lignee che reggono la copertura del tiburio.

I ripetuti eventi sismici che hanno interessato il territorio della Bassa Modenese nella primavera del 2012 sono stati la causa di un quadro fessurativo complesso riscontrato sull’edificio, caratterizzato da lesioni diffuse, e talvolta passanti, sulla cupola centrale, sul catino absidale, sulle volte a crociera e sulle pareti delle due cantorie del secondo livello, sui vari maschi murari, in chiave delle strutture ad arco e in corrispondenza di quasi tutte le aperture finestrate. Sono stati rilevati, inoltre, il distacco delle volte a botte del transetto (lati Est ed Ovest) e della volta a botte soprastante l’ingresso dalle rispettive murature perimetrali; infine, una tendenza al ribaltamento verso l’esterno delle pareti del tiburio sovrastante la cupola centrale.

Il progetto di miglioramento sismico e restauro ha riguardato diversi ambiti di intervento, tra cui: 

        • la cupola, risalente alla fine del XVII secolo e caratterizzata da una struttura semisferica di ampio raggio (circa 11,50 m), che è stata consolidata mediante l’inserimento, all’estradosso, di una rete in fibra di vetro su malta strutturale a base di calce idraulica naturale NHL5;
        • il tiburio, “contenente” la cupola, che presentava diverse e rilevanti criticità strutturali sulle quali si è intervenuti attraverso la predisposizione di un sistema composto da una cerchiatura metallica esterna, mediante tiranti ancorati alle pareti con piastre metalliche, combinata internamente ad un sistema di 8 catene, disposte a schema incrociato, per contrastare l’effetto spingente dell’orditura lignea di copertura sulle murature d’ambito;
        • il catino absidale, costituito da una muratura in mattoni ad 1 testa posati ad anelli concentrici, che è stato rinforzato con un intervento analogo a quello eseguito sulla cupola;
        • le volte dell’ingresso e del transetto, distaccate dalle murature perimetrali adiacenti a seguito del sisma, che sono state consolidate all’estradosso con rete in fibra di vetro fissata completamente a secco, in modo totalmente reversibile, e posata su letto di malta strutturale a base di calce idraulica naturale NHL5.

L’intervento ha riguardato inoltre:

        • le murature esterne, sulle quali è stata adottata in modo diffuso la tecnica dello scuci-cuci, eseguita  con mattoni di recupero analoghi a quelli esistenti, legati a malta di calce idraulica NHL5, additivata con terre naturali nelle stuccature superficiali dei giunti per ottenere un colore simile all’originario; inoltre, per favorire una migliore omogeneizzazione tra le numerose porzioni di muratura sottoposte a scuci-cuci e le superfici prive di lesioni, si è proceduto con l’esecuzione di una velatura finale con preparato a base di latte di calce, terre coloranti naturali (cocciopesto) e silicato di etile;
        • la facciata, originariamente caratterizzata da intonachino a basso spessore ritrovato nei sottosquadri e nel sotto timpano, che è stata sottoposta anch’essa ad intervento di scuci-cuci ed è stato eseguito un trattamento di finitura con sagramatura tipo cocciopesto velo MGN;
        • le aperture finestrate, che sono state consolidate con barre elicoidali in acciaio, poste all’interno dei giunti di malta, in grado di assorbire le sollecitazioni taglianti;
        • la struttura lignea di copertura, in particolare le 3 capriate lignee che reggono la copertura del tiburio.