Restauro e Interventi sull'esistente
Diocesi di Modena e Nonantola
Modena (MO)
2024
Sulla scorta delle notizie storiche, della cronologia costruttiva e di tutti i dati utili desunti dalla fase ricognitiva, il progetto di restauro e di ripristino dei danni a seguito del sisma del 2012 di una porzione dell’edificio, ha preso avvio dall’esame tipologico dell’edificio e delle sue successive trasformazioni, al fine di individuarne le caratteristiche peculiari (strutturali e di finitura), che dovevano essere preservate e costituire elemento guida per le scelte progettuali, incentrate principalmente sulla conservazione e rispetto del bene, oltre che sulla ottimizzazione funzionale indicata dal committente.
Gli interventi realizzati riguardano in particolare alcuni ambiti specifici del manufatto, quali:
Sulle murature interessante da lesioni isolate e diffuse, anche passanti, si è intervenuti con la tecnica dello “scuci-cuci” mediante impiego di mattoni vecchi, murati con malta di calce idraulica NHL5, successivo ripristino dell’intonaco interno e/o esterno a base di malta di calce e tinteggiatura finale a calce o silicati.
Un’altra tipologia di intervento di consolidamento realizzato ha visto l’impiego di rete in fibra di vetro alcali-resistente disposta seguendo l’andamento della lesione, e la successiva applicazione di uno strato di malta di calce idraulica naturale NHL5 finemente frattazzata per ottenere una superficie regolare piana atta a ricevere lo strato a finire dell’intonaco a base calce
Relativamente al consolidamento delle volte a crociera del piano secondo, interessate da un quadro fessurativo importante soprattutto nelle zone di “chiave”, si è intervenuti estradossalmente con la realizzazione di una “cappa” in malta di calce idraulica armata con rete in fibra di vetro fissata in opera al supporto con connettori, previo svuotamento dei rinfianchi delle volte e successivo riempimento con conglomerato a base di pura calce idraulica NHL5 confezionata con inerti leggeri. Nel contempo, per contenere in futuro la spinta delle volte in muratura, sono state posate una serie di catene metalliche all’intradosso, in corrispondenza delle reni di ciascuna volta, munite alle estremità di occhiello e paletto capochiave esterno, ad eccezione di delle quattro catene posizionate in corrispondenza dell’intersezione dei due corridoi dotate di capochiave a “polipo”.
Per contenere il fenomeno di instabilità verticale del prospetto esterno Est dello scalone monumentale sono state previste sei catene metalliche, anch’esse dotate di paletto capochiave esterno.
Gli interventi in copertura sono stati necessari per risolvere anche le problematiche evidenziate relative allo spostamento delle murature di imposta delle volte. Si è deciso di realizzare un cordolo metallico, posto in sommità della muratura ed è stata prevista la realizzazione di irrigidimenti di falda con tiranti a “croci di S. Andrea” con fissaggi alle capriate mediante piastre di ancoraggio con viti da legno tipo Rothoblaas HBS e tirante tesati con manicotto tenditore.
Relativamente al muro perimetrale di confine a Sud, che evidenziava un quadro fessurativo molto esteso, dovuto all’attivazione del meccanismo locale di ribaltamento semplice, per effetto dell’azione sismica, si è intervenuti con la realizzazione di una serie di contrafforti in muratura posizionati sul lato interno dello stesso, verso il cortile del Seminario.
Sulla scorta delle notizie storiche, della cronologia costruttiva e di tutti i dati utili desunti dalla fase ricognitiva, il progetto di restauro e di ripristino dei danni a seguito del sisma del 2012 di una porzione dell’edificio, ha preso avvio dall’esame tipologico dell’edificio e delle sue successive trasformazioni, al fine di individuarne le caratteristiche peculiari (strutturali e di finitura), che dovevano essere preservate e costituire elemento guida per le scelte progettuali, incentrate principalmente sulla conservazione e rispetto del bene, oltre che sulla ottimizzazione funzionale indicata dal committente.
Gli interventi realizzati riguardano in particolare alcuni ambiti specifici del manufatto, quali:
Sulle murature interessante da lesioni isolate e diffuse, anche passanti, si è intervenuti con la tecnica dello “scuci-cuci” mediante impiego di mattoni vecchi, murati con malta di calce idraulica NHL5, successivo ripristino dell’intonaco interno e/o esterno a base di malta di calce e tinteggiatura finale a calce o silicati.
Un’altra tipologia di intervento di consolidamento realizzato ha visto l’impiego di rete in fibra di vetro alcali-resistente disposta seguendo l’andamento della lesione, e la successiva applicazione di uno strato di malta di calce idraulica naturale NHL5 finemente frattazzata per ottenere una superficie regolare piana atta a ricevere lo strato a finire dell’intonaco a base calce.
Relativamente al consolidamento delle volte a crociera del piano secondo, interessate da un quadro fessurativo importante soprattutto nelle zone di “chiave”, si è intervenuti estradossalmente con la realizzazione di una “cappa” in malta di calce idraulica armata con rete in fibra di vetro fissata in opera al supporto con connettori, previo svuotamento dei rinfianchi delle volte e successivo riempimento con conglomerato a base di pura calce idraulica NHL5 confezionata con inerti leggeri. Nel contempo, per contenere in futuro la spinta delle volte in muratura, sono state posate una serie di catene metalliche all’intradosso, in corrispondenza delle reni di ciascuna volta, munite alle estremità di occhiello e paletto capochiave esterno, ad eccezione di delle quattro catene posizionate in corrispondenza dell’intersezione dei due corridoi dotate di capochiave a “polipo”.
Per contenere il fenomeno di instabilità verticale del prospetto esterno Est dello scalone monumentale sono state previste sei catene metalliche, anch’esse dotate di paletto capochiave esterno.
Gli interventi in copertura sono stati necessari per risolvere anche le problematiche evidenziate relative allo spostamento delle murature di imposta delle volte. Si è deciso di realizzare un cordolo metallico, posto in sommità della muratura ed è stata prevista la realizzazione di irrigidimenti di falda con tiranti a “croci di S. Andrea” con fissaggi alle capriate mediante piastre di ancoraggio con viti da legno tipo Rothoblaas HBS e tirante tesati con manicotto tenditore.
Relativamente al muro perimetrale di confine a Sud, che evidenziava un quadro fessurativo molto esteso, dovuto all’attivazione del meccanismo locale di ribaltamento semplice, per effetto dell’azione sismica, si è intervenuti con la realizzazione di una serie di contrafforti in muratura posizionati sul lato interno dello stesso, verso il cortile del Seminario.